Siamo ciò che mangiamo e ciò che pensiamo

Siamo ciò che mangiamo e ciò che pensiamo

A cura del Dott. Enio Marelli, Medico Veterinario Omeopata Iscritto nelle liste FNOVI come esperto in nutrizione del cane del gatto. Master di II livello in medicina comportamentale del cane e del gatto

Puntando al benessere psico-fisico, concentrando l’attenzione verso le specifiche caratteristiche etologiche che differenziano nettamente il cane dal gatto e non solo dal punto di vista nutrizionale, è possibile realizzare un’azione preventiva nei confronti delle principali problematiche patologiche che affliggono i carnivori domestici.

Se a tutto questo affianchiamo l’utilizzo della medicina naturale e della nutraceutica come ausilio preventivo e terapeutico, chiudiamo il cerchio e poniamo le condizioni affinché i nostri beniamini a 4 zampe possano vivere sereni e in salute.

E’ fondamentale comprendere che la malattia rappresenta uno squilibrio che nasce all’interno di un organismo e che si riflette in una disarmonia con l’ambiente che lo circonda, è per questo e altri motivi che la visione e la cura del medico, devono rivolgersi all’intero individuo e non solo all’organo che esprime i sintomi clinici.

Nella medicina tradizionale cinese, esattamente come sostenuto dall’agopuntura e dall’omeopatia unicista, il punto di osservazione principale non è la malattia ma come l’individuo, cane, gatto o uomo la esprimono a livello psichico e fisico. Anche nel mondo occidentale ad affiancare l’omeopatia e le diverse medicine olistiche, più recentemente è stata scoperta la psico-neuro-immuno-endocrinologia, branca della scienza che si occupa di evidenziare le reciproche interazioni che si osservano tra il comportamento, l’attività mentale, il sistema nervoso, il sistema endocrino e la risposta immunitaria degli esseri umani e degli animali.

Questa premessa è necessaria per capire l’importanza fondamentale rappresentata dall’agire in modo preventivo, al fine di scongiurare enormemente le probabilità che si manifestino i sintomi di una patologia. Quando giunge nella nostra vita quell’essere meraviglioso che sarà in grado di cambiare profondamente il nostro modo di stare al mondo, è necessario consapevolizzare che per quanto amore saremo in grado di donargli, se non impareremo la sua lingua, i suoi bisogni primari, almeno in parte il repertorio comportamentale che è specifico per quella specie, vivrà sempre accompagnato da una sensazione di disagio che prima o poi sfocerà nella malattia. E questo accadrà anche se ai nostri occhi per quell’esserino ci sembrerà di avere fatto il massimo.

Esistono dei bisogni primari da cui non è possibile prescindere e che sono specifici per il cane e per il gatto. Ad esempio mi capita di osservare nelle abitazioni in cui vivono i gatti cosiddetti indoor, poche risorse messe loro a disposizione al fine di fargli vivere un pochino meglio la loro condizione. Basta digitare sul nostro computer la dicitura “arricchimento ambientale gatti” e si scoprirà un mondo incredibile e meraviglioso che trasformerà arricchendola la relazione con loro. Dal momento che ho citato la questione gatto chiuso in casa posso sollevare la coscienza di ogni referente perchè recentemente la ricerca scientifica ci dice che i gatti se stimolati adeguatamente e sperimentano una dimensione di relazione con il referente corroborante e soddisfacente, sono più sereni e “realizzati” dei gatti che possono uscire e cacciare.

La relazione può davvero aiutare ad esprimere il meglio e questo vale anche per i nostri amici a 4 zampe. E’ interessante notare come contrariamente a quanto si pensi una casa col giardino sia di scarso interesse per un cane a meno che non lo seguiamo all’esterno dedicandogli tempo, gioco e attenzioni. E’ la relazione che insegue il cane, specie animale a mio avviso eternamente fraintesa, specializzata così tanto dal punto di vista della socialità che a volte ho la sensazione che tanti sguardi rivolti all’umano possano sintetizzarsi in un unico pensiero: “ma come fai tu uomo a non capire cosa ti sto dicendo!!!”.

E’ vero noi umani ci mettiamo al centro e rischiamo di credere che la realtà sia solo quella che i nostri occhi ci mostrano, finendo inevitabilmente per perderci il contatto autentico con tutto ciò che è diverso da noi. Quando adottiamo un cane o un gatto proviamo a metterci nei suoi panni, proviamo a focalizzarci maggiormente sui suoi bisogni invece che sui nostri, diamogli affetto ma anche le risorse da cui non può prescindere e lo renderemo felice e sano nel tempo.

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